Il lavoro finisce…che fine fanno le ferie arretrate?
Molte volte capita di cambiare lavoro, o comunque di abbandonare il posto di lavoro, con un certo numero di ferie arretrate che non sono state godute.
Il rischio è che un piccolo (o, in alcuni casi, rilevante) patrimonio di ferie arretrate venga perso irrimediabilmente, senza che il lavoratore possa ottenere alcun tipo di riconoscimento.
La stessa situazione si crea quando il quantitativo di ferie accumulate è talmente cospicuo da rendere di fatto impossibile al datore di concederle, e al lavoratore di fruirne.
O ancora, quando il lavoratore muore senza avere usufruito di tutte le ferie accumulate.
Esiste, in questi casi, un diritto del lavoratore (o dei suoi eredi) a pretendere il pagamento (cioè la monetizzazione) delle ferie mai godute? Entro quando il lavoratore, o gli eredi, possono chiedere al datore di lavoro (o ex datore) di pagare le ferie arretrate.
In base all’art. 36 della Costituzione, il lavoratore ha un diritto costituzionale alle ferie e non può neanche rinunciarvi.
Secondo alcuni non esiste un diritto alla monetizzazione delle ferie arretrate.
Eppure, secondo una prima tesi, il mancato godimento delle ferie da parte del lavoratore non può essere imputato al datore di lavoro: quindi, nessuna indennità può essere riconosciuta al lavoratore al quale era riferibile la scelta di non beneficiarne.
Ciò in quanto esiste una norma che dispone che il diritto alle ferie
“non può essere sostituito dalla relativa indennità per ferie non godute salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro”.
Art. 10, comma 2, d.lgs. 66/2003.
Questa norma, se interpretata in senso contrario ai diritti del lavoratore, potrebbe di fatto rendere impossibile qualsiasi tipo di monetizzazione delle ferie arretrate.

Quando si può chiedere il pagamento delle ferie arretrate.
La Cassazione, con una recente ordinanza (Cass. Civ., Sez. Lavoro, 21 aprile 2020, n. 7976), ha stabilito un principio esattamente opposto.
Una premessa è d’obbligo: se il datore di lavoro ha offerto al lavoratore la possibilità di usufruire delle ferie, ma quest’ultimo le ha rifiutate, non può sorgere nessun diritto alla relativa monetizzazione anche se fosse diventato impossibile usufruirne.
A parte questa eccezione, però, esiste un vero e proprio diritto del lavoratore alla monetizzazione delle ferie arretrate, che siano diventate impossibili da sfruttare.
Infatti, quando diventa impossibile godere delle ferie accumulate, il diritto alle ferie si trasforma nel diritto alla monetizzazione attraverso una indennità sostitutiva.
Questa speciale indennità ha esattamente la stessa natura dello stipendio, perché rappresenta il pagamento del valore di prestazioni non dovute, e cioè il lavoro prestato “in più” durante il tempo che il lavoratore avrebbe dovuto trascorrere in ferie.
Quando scatta la prescrizione del diritto.
Si è detto che l’indennità sostitutiva delle ferie non pagate ha una natura retributiva.
Pertanto, una volta che il rapporto è cessato, per qualsiasi ragione, il lavoratore (o i suoi eredi) hanno a disposizione 5 anni per chiedere al datore di lavoro di pagare interamente le ferie arretrate.